Songwriter: Jake La Furia Guè Dargen D’Amico

Producer: Caneda

[Testo di "Sul Filo Del Rasoio"]

[Strofa 1: Fame]
Tenuto in gabbia troppo tempo, cane da sfida assassino
Incrocio tra mc e mastino che morde per primo
Sul micro Jake Heke La Furia marchiato da infamia e gloria
All'interno di un Circolo con cinque stelle nell'aria
Nutrito di stenti mentre i potenti cercavano talenti
Tra i perdenti per farne i propri discendenti
Ho argomenti più crudi di Stanley Kubrick
E incastro rime in versi con più combinazioni del cubo di Rubik
Esperto in sfide a colpi di dissing
Lascio corpi di MC perforati come le lingue dai piercing o i culi dai fisting
In una scena in cui ogni successo è discutibile
Si combattono guerre tra hardcore e commerciabile
È diventato impossibile distinguere il falso dal vero
C'è chi ha la fama nel pensiero e chi subordina il rap al denaro
Microfoni d'oro in mano a gente di scarso valore
Le teste con meno spessore vengono cinte di alloro
Tutte star dentro ad Aelle, ma è questione di pelle
Se il recensore è il tuo produttore, il tuo disco è alle stelle
Io faccio rap alla terza potenza
Rompo barriere d'indifferenza tra hip hop e ignoranza
Senza pretendere che il mondo mi capisca
Rivendico l'appartenenza a un trio d'ascendenza estremista
Sacre Scuole, per scelta fuori dalla mischia
Sopra il filo di un rasoio
Appendo teste di scarsi al mio nodo scorsoio
Creato dall'odio, all'improvviso come un infarto
Vedrai ognuno sepolto più forza d'urto di Brian Bosworth
Per gli amici Fame, per i nemici infame
Uno sciame di rime al catrame in una bocca con denti da cane
Falcio rapper come grano, ho metriche esplosive
Visto che vivo a Milano e respiro butano
Sono in grado di sfondare qualsiasi campione
Poiché ne esplodo i punti di pressione da ogni direzione
Fame: nato per vivere per sempre, ora la grande adunanza
Taglio teste per avere la reminiscenza
Anche da soli contro milioni di schiere
Ma rimarremo solo noi a vedere i corpi degli altri cadere

[Ritornello: Il Guercio, Fame, Corvo D'Argento]
Attraversa il filo del rasoio per raggiungermi
Ho tecniche per sconfiggervi, vieni e prova a dividerci
Sotto la mia armatura pulsa un cuore, non si può fermare
Sacre Scuole, siamo venuti per restare
Sopra un palco infuocato, tre mc elevati al cubo
Copriamo la superficie del globo, tutti e nessuno
Ovunque e in nessun luogo, premiamo gli tsubo
Cani da sfida e assassini, doghi argentini
Incrociamo le rime come i destini

[Strofa 2: Il Guercio]
Fine ventesimo secolo, un mc post-olocausto
Sopravvive sul nastro, non vende l'anima al diavolo
Colpa di fogli riempiti se perseguito mc come inquisiti
Più che Chuck Norris vietnamiti
Virtuoso, resisto a shock tipo un Casio
Ogni invidioso è arreso
Di fronte a un flow ricercato come un evaso
Ho rime telecinetiche il tuo mic prende vita
Sfugge dalle dita, il filo ti impicca, suicida!
Rimo come qualsiasi altro ma elevato al cubo
I miei versi bruciano scarsi come eretici al rogo
È un connubio tra cuore e acciaio, vedi il microfono
Custodiscono le mie rime in files segreti al pentagono
Kick-boxer come Jean Claude nel kumite
Costringo a urlare Matè senza controfigure sul set
Se vuoi dare cash a un lirico assassino paga il Mariachi
Ma zero violino vivo a poligoni Mishima Heihachi
Torna a gira la ruota
Ti estorcerò la statua a pegno del gotha che hai conquistato
Erogando una strofa a banconota
Io sogno e mi sveglio negli incubi
Lì con gli mc giro snuff-movies con l'8 millimetri
Ventimila leghe sottosuolo
Un liricista estremista più cinque dita di violenza fa il suo lavoro
Scrive tritolo, a Milano l'aria s'è già incendiata
Non uscire di casa senza una rima ben affilata

[Ritornello: Il Guercio, Fame, Corvo D'Argento]
Attraversa il filo del rasoio per raggiungermi
Ho tecniche per sconfiggervi, vieni e prova a dividerci
Sotto la mia armatura pulsa un cuore, non si può fermare
Sacre Scuole, siamo venuti per restare
Sopra un palco infuocato, tre mc elevati al cubo
Copriamo la superficie del globo, tutti e nessuno
Ovunque e in nessun luogo, premiamo gli tsubo
Cani da sfida e assassini, doghi argentini
Incrociamo le rime come i destini

[Strofa 3: Corvo D'Argento]
Esperto, inverto i ruoli come i poli del mondo
Sondo l'equilibrio con combo che vibro
Se vibro tra concorrenti con correnti di vento
Divento libero, mi libro nel cielo aperto
Come libro per fasi, frasi che scrivo
Che schivo, levito, le limito
La gravità con zone di non gravità
In cui levito abito l'ignoto frutto del vuoto
In dimensioni parallele per non cadere
Tesso coi fili di luci ragnatele
Miscredi mi credi disarmato e mi vedi nudo
Ma io faccio dei deboli la mia forza come Fudo
Faccio del vento il mio scudo
Eludo attacchi senza colpire
Come in scherma illudo nemici in tempesta fingendomi terraferma
Ogni mia orma rende i sentieri immortali
Come ogni karma rende i mali
Ogni mia arma si forma in grembo a riti millenari
Edifico scudi ausiliari se solidifico i mari
Elevandoli al cielo come querce secolari
Rappacifico scuole avversarie
Se scompaio è per ricomparire come in eclissi solare
Spazi immensi perché corro su un tappeto di controsensi
Porto passi indietro, percorro chilometri nello spazio di un metro
Collegando realtà e fantasia come i ponti, i lembi degli stretti
Miscredete, mi credete perché siete costretti
Mi fondo ultravioletti viaggio senza muovere il corpo
Lo scindo dallo spirito come un atomo col teletrasporto
Comporto inevitabili inconciliabilità tra causa ed effetto
Nel momento in cui sfrutto le forze a cui sono soggetto
In cui proietto il futuro sul presente come un veggente
Creo spaccature temporali che danno vita al sesto continente
Polverizzo confini come paprika
Modernizzo la carta geografica
Concretizzo fini realizzo rivolte in Africa
Perché alcuni nascono per fare la storia altri per subirla
Se son nato per subire preferisco morire
Vendico stragi d'innocenti
Rivendico diritti Sacri come i Testamenti
Ma io non dimentico non mendico pietà ai vincenti
Deciso non sottometto la libertà a un sorriso
Ora che stringo la vostra nei pugni e la strofino sul viso
Ora che protetto da questo petto forgiatomi addosso da Marte
Posso decidere la mia sorte o uccidere la mia morte
Incidere da parte a parte ciò che è scolpito nel granito
Puoi tagliarmi il dito ma non puoi porre fine all'infinito
Jamas vencido mi divido e circoscrivo attacchi continui
Che mi hanno confinato, sì, nella mancanza di confini
Più ti avvicini meno mi vedi
Più calchi la mia terra più la senti mancare sotto i piedi
Più mi stringi attorno più mi concedi
Il tempo di sedere e di vedere le luci del giorno
Fare ritorno come lo Jedi, Dargen JD

[Ritornello: Il Guercio, Fame, Corvo D'Argento]
Attraversa il filo del rasoio per raggiungermi
Ho tecniche per sconfiggervi, vieni e prova a dividerci
Sotto la mia armatura pulsa un cuore, non si può fermare
Sacre Scuole, siamo venuti per restare
Sopra un palco infuocato, tre mc elevati al cubo
Copriamo la superficie del globo, tutti e nessuno
Ovunque e in nessun luogo, premiamo gli tsubo
Cani da sfida e assassini, doghi argentini
Incrociamo le rime come i destini

Sacre Scuole

Sacre Scuole è stato un gruppo rap milanese, attivo tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, formato dai rapper Dargen D'Amico (ai tempi Il Corvo d'Argento, Jairah Il figlio del vento o J.D.), Gué Pequeno (ai tempi Il Guercio o MicVirtuoso) e Jake La Furia (ai tempi Fame, come la sua tag da writer, ma già noto anche come Jake La Furia). Il loro nome derivava dall'anime Ken il guerriero, il cui protagonista Kenshiro è il 64º successore della Sacra Scuola di Hokuto.

Il gruppo nasce nella seconda metà degli anni Novanta quando Dargen e Guè, compagni di scuola al Liceo Parini di Milano, conoscono Jake. I tre vengono scoperti da Solo Zippo e Chief, rapper più grandi di loro con i quali formeranno il collettivo Il Circolo e che saranno i produttori esecutivi del loro primo ed unico album, 3 MC’s Al Cubo, uscito nel 1999. Il gruppo si scioglierà di lì a poco per incomprensioni tra Dargen e Jake, come spiegato dal secondo in un'intervista del 2003:

La separazione tra noi e Dargen è stato un litigio tra lui e me che successivamente abbiamo sistemato. Lui comunque già prima voleva fare altre robe, stava preparando un disco solista, e quindi lui (Guercio) ed io abbiamo detto: “Vabbè, facciamo qualcosa noi”.